Dumminica di rosi
La Pasqua è il cuore dell'anno liturgico:
tempo del risveglio in Cristo nostro Signore, primavera dello Spirito. Come il creato, così anche la Chiesa, in Quaresima, si prepara a una nuova fioritura di fede e di carità attraverso un itinerario di preghiera, di penitenza e di servizio fraterno.
Con questo spirito celebriamo "a Dumminica di rosi" ringraziando il signore per i primi germogli della terra e chiedendo che siano segno visibile di un rinnovamento del cuore.
Quaresima 2023
Carissimi, Gesù ci ricorda che certi demoni possono essere scacciati solo con la preghiera, intensifichiamola durante le nostre giornate, ritagliamoci del tempo per ascoltare la voce di questo Dio che continua a parlare all’uomo, a me, a te, a ciascuno di noi, perché possiamo essere liberati dal male di vivere una vita piatta, senza speranza, senza quell’anelito verso l’Alto che trascina con sé ogni cosa, ogni desiderio, ogni passione, ogni relazione, il creato, e rende tutto bello, armonioso, trasfigurato dalla luce senza tramonto che solo il Risorto può donarci.
Buona Quaresima a tutti.
Il Parroco
Don Giuseppe Amato
Cenacoli nelle famiglie
nel tempo di Quaresima
Carissimi,
mentre si avvicina il tempo forte della Quaresima cominciano a fare eco nel nostro cuore le parole che ascolteremo nel Vangelo della I domenica, nel racconto delle tentazioni di Gesù. L’evangelista ci ricorda che Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto.
Il deserto, luogo della tentazione, ma anche dell’incontro con Dio, luogo dell’infedeltà del popolo, ma anche luogo in cui Dio rinnova il suo patto di amore con l’umanità, spesso, è parabola della nostra esistenza fatta di lotta, di allontanamenti, di tentazione, fatta, anche, di incontro e di fedeltà.
In questo cammino faticoso pure noi siamo condotti dallo Spirito per fare in ogni momento esperienza di un Dio che non ci abbandona mai e che, pur lasciandoci liberi di compire le nostre scelte, è lì con la mano tesa per aiutarci a rialzarci, con l’orecchio attento per accogliere il nostro grido di dolore, la nostra richiesta di aiuto nella sofferenza, il nostro canto di gioia e di ringraziamento.
In questo tempo forte vogliamo fare esperienza di questa prossimità nell’ascolto della sua Parola, nella meditazione e nella condivisione della preghiera. Vogliamo metterci in cammino come popolo condotti dallo Spirito consapevoli delle nostre fragilità, ma docili al suo invito alla conversione. Lo facciamo idealmente a partire dalle nostre case, dai luoghi in cui viviamo la quotidianità, perché proprio in essa abbiamo bisogno che Dio ci mostri la straordinarietà della sua presenza per non sentirci soli e abbandonati.
Vi propongo di vivere l’esperienza dei cenacoli, accogliendo nelle nostre case l’icona dello Spirito Santo per due giorni. La prima sera pregheremo insieme invitando gli amici, i parenti e i vicini di casa, ascolteremo la Parola del Signore e ci lasceremo custodire da essa. Il giorno successivo sarete voi stessi ad aprire la vostra casa a chiunque vorrete per pregare ed invocare lo Spirito Santo perché rimanga sempre nei vostri cuori.
Ecco il calendario dei cenacoli.
Ringrazio la generosità e l'entusiasmo di tutti e in particolare le famiglie che hanno deciso di aprire le porte della loro casa per questa bellissima esperienza di preghiera di comunione.
Sicuramente è un iniziativa da riproporre l'anno prossimo in Quaresima per vivere questo tempo di grazia in ascolto della Parola del Signore e con cuore docile al suo invito alla conversione.
Don Giuseppe
"Festa du terremotu"
Si celebra ogni anno la seconda domenica di Febbraio ed è una giornata di ringraziamento allo Spirito Santo per lo scampato Terremoto che nel 1693 colpì tutta la Sicilia orientale con ripercussioni anche nelle nostre zone.
L’11 gennaio del 1693 la Sicilia intera venne sconvolta da un fortissimo terremoto. Una scossa di magnitudo 7.4 colpì la costa orientale della Sicilia, tra Catania e Siracusa. Passato alla storia come il “terremoto del Val di Noto”, il devastante sisma distrusse più di 45 centri abitati causando almeno 60 mila vittime. Le scosse furono così potenti da dare vita a un devastante maremoto nel mar Ionio, le cui onde arrivarono fino in Grecia. Il terremoto giunse al culmine di uno sciame sismico durato qualche giorno: due giorni prima, la sera del 9 gennaio 1693, un altro forte terremoto, ma meno violento di quello dell’11, interessò la zona, facendo crollare alcuni edifici e provocando dei morti. Il sisma che si verificò l’11 gennaio fu seguito, nei due anni successivi, da più di 1.500 scosse d’assestamento.
In ben 70 centri abitati l’intensità del terremoto fu maggiore o uguale al nono grado della scala Mercalli. Crolli e danni gravi ci furono anche a Messina e in alcuni centri della costa nord-orientale, fra cui Patti e Naso; lesioni e crolli parziali si ebbero a Palermo, Agrigento, Reggio Calabria e, più gravi, a Malta; danni più leggeri ci furono in alcuni centri della Calabria meridionale.
Il bilancio fu dei peggiori: a Catania morirono circa 16.000 persone su una popolazione di 20.000 residenti; a Ragusa circa 5.000 su 9.000; a Lentini 4.000 su 10.000, a Siracusa 4.000 su 15.000, a Militello 3.000 vittime su 10.000. Con questi numeri, oltre ad essere il più intenso terremoto della storia d’Italia, si è anche aggiudicato il posto come secondo sisma più disastroso della nostra penisola, preceduto solo da quello del 1908 nello Stretto di Messina (che fu di magnitudo 7.2, ma provocò oltre 120.000 morti) e il 23° come terremoto più disastroso della storia di tutta l’umanità (quello dello Stretto è al 12° posto).